ALL’ARMI SON FASCISTI!
– Torino deve reagire- APPELLO DA CONDIVIDERE DIFFONDERE FIRMARE
78 anni dopo la Liberazione gli eredi del fascismo, attualmente al governo,
preannunciano la loro partecipazione alla festa del 25 aprile e pretendono di
farlo senza compiere una esplicita critica di ciò che il fascismo ha
significato nella storia del Paese e nella vita dei suoi cittadini. Non è,
quindi, un riconoscimento dei valori della Resistenza ma è, piuttosto, un
oltraggio al patrimonio di idee e di princìpi che l’hanno ispirata e animata.
Fatto ancora più grave, non ci sono reazioni significative né a livello di
opposizione politica né a livello di società civile. Sembra, anzi, prevalere
una diffusa accettazione, quasi si trattasse di un gesto di pacificazione teso
a sancire il superamento di divisioni che appartengono al passato. Non è così.
Al contrario, ciò, oltre a mostrare gli effetti perversi di un antifascismo di
facciata, svela una generale e pericolosa sottovalutazione della situazione che
stiamo attraversando.
La presidente del Consiglio e il suo partito sono gli eredi diretti del
fascismo di ieri. Lo sono per esplicite rivendicazioni, per i simboli a cui
fanno riferimento, per la cultura che esprimono, per il linguaggio che usano,
per le immagini del passato che portano con sé. Non ingannino le prese di
distanze di maniera né l’inevitabile condanna delle leggi razziali, che
avvengono in assenza di una lettura seria e approfondita del fascismo nei suoi
fondamenti e nelle sue pratiche: di quel fascismo che è stato la stella polare
del Movimento Sociale e che continua ad esserlo nella fiamma del simbolo di
Fratelli d’Italia. E non ingannino neppure le diverse modalità con cui il
fascismo di oggi si presenta rispetto a quello di ieri, anch’esse inevitabili, dato
il mutare dei tempi.
La presidente del Consiglio e il suo partito sono gli eredi diretti del
fascismo di ieri anche per ulteriori, altrettanto decisive, ragioni. In
particolare per il blocco sociale ed economico di cui sono espressione e per le
politiche che praticano: il respingimento dei poveri dalla pelle scura, una
scuola del merito che giudica ed esclude, lo smantellamento della sanità
pubblica, le mani libere di chi vuole fare i propri affari, un fisco
profondamente iniquo, il prevalere del privato sul pubblico, lo stravolgimento
della Costituzione in senso presidenzialista, la secessione dei ricchi con
l’autonomia differenziata, l’ulteriore precarizzazione del lavoro, il
nazionalismo e l’aumento delle spese militari, la contrazione dei diritti delle
donne e dei “diversi”.
Sappiamo bene che alcune – molte – delle politiche delle destre al governo
sono il seguito coerente di scelte sciagurate praticate da precedenti governi,
anche di centrosinistra. Ma oggi c’è un evidente salto di qualità, ché esse si
inseriscono in una cultura illiberale e autoritaria e in un contesto di
sconfessione e rovesciamento della Costituzione, che – lo si dice in modo
esplicito – si vuole cambiare in parti fondamentali (quando non, addirittura,
nella sua interezza).
Siamo in presenza del tentativo – assai avanzato – di mettere fine a una
storia di riscatto e di affermazione di diritti, di libertà, di uguaglianza
nata con la Resistenza e trasfusa nella Costituzione del 1948. A fronte di ciò
non possiamo comportarci come se fossimo di fronte a una semplice alternanza di
governo. Dobbiamo reagire. È tempo di ricostruire una sinistra politica fedele
ai valori che ne hanno segnato la nascita e, prima ancora, di tornare a
difendere e praticare, in ogni occasione, la visione antifascista,
internazionalista, egualitaria, multiculturale, pluralista e pacifista della
Costituzione.
Uno spazio di intervento esiste. Per questo abbiamo deciso di muoverci e di
rivolgere un appello alle associazioni e alle organizzazioni democratiche
cittadine, ai movimenti che operano in difesa di diritti, libertà e ambiente,
alle donne e agli uomini, giovani e meno giovani, per i quali la Resistenza e
la Costituzione sono i punti di riferimento da cui partire per cambiare rotta e
per uscire dalla crisi che sta vivendo il nostro Paese:
Gastone Cottino, Maria Chiara Acciarini,
Alessandra Algostino, Amedeo Cottino, Livio Pepino, Marco Revelli
per aderire all’appello All’armi son fascisti! Torino deve reagire https://forms.gle/bPCh8i9bTLhawhc19
Gaetano Stella –lago di Chiusi – 8-03-23
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